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Un Teatro di Poltronissime

Poltroncine, in velluto e seta, di un bel rosso brillante, sipario "imperiale", boiserie nel bar e nel foyer: ogni particolare è stato curato per creare un'atmosfera dai toni caldi ed accoglienti. 


 Il Teatro Prati è un delizioso, elegantissimo gioiello nato il 9 Novembre 1998 grazie all'infaticabile tenacia di Fabio Gravina ed ha già riscosso notevole successo, affermandosi come un punto d'incontro del pubblico romano con spassosi spettacoli di grande qualità. 

 "Ho voluto realizzare un Teatro nel quale il pubblico si senta come in un comodo e confortevole salotto di casa" afferma Fabio Gravina. 

"E ho studiato la collocazione delle poltrone in modo tale che da qualsiasi posto della sala si goda la stessa vista del palcoscenico: il nostro è un Teatro di poltronissime...."





Brevi cenni storici del Teatro

Il Teatro Prati nasce dall'esigenza di Fabio Gravina di dare una "casa" alla Compagnia Teatrale che dirige sul territorio romano già da qualche anno. Il Commendatore Domenico Gravina, padre di Fabio, decide così di rilevare un locale destinato precedentemente ad una Tipografia industriale e farne un Teatro.

Fabio Gravina, insieme agli architetti Angelo Preziosi e Giuseppe Pepe iniziano così a progettare quello che sarà poi il "piccolo salotto di Roma". Si vuole dare subito progettualmente l'idea che un Teatro in via degli Scipioni n.98 ci sia sempre stato e quindi viene scelta una linea molto classica. Gli stucchi, la sala, il palcoscenico, gli arredi tutti sono stati realizzati e scelti in questa ottica.





Le compagnie teatrali

La compagnie Teatrali del Teatro Prati







Un perfetto equilibrio tra modernità e tradizione

Il Teatro Prati si presenta al pubblico, fin dalla prima occhiata, come una perfetta armonizzazione tra il moderno comfort dell'ambiente e il sicuro radicamento nella grande tradizione della commedia italiana simboleggiato, anche negli arredi, dalla divertente idea di presentare, in una vetrina del foyer, numerosi "cimeli", che gli spettatori più "esperti" possono esercitarsi a riconoscere, prima di leggere la targhetta esplicativa.

Ci sono lo scialle e le scarpe di Concetta, la protagonista di "Natale in Casa Cupiello" di Eduardo De Filippo, donati da Pupella Maggio; diversi cappelli, berretti, bombette, indossati da Alberto Sordi in vari film di successo: "Il vedovo", "Fumo di Londra", "Scusi, lei è favorevole o contrario?", "Di che segno sei?".

Di Sordi è anche lo smoking indossato dall'attore in "Polvere di stelle".
Altri celebri cappelli sono quelli calzati da Renato Rascel in due classiche macchiette: "Napoleone" e "Las castagnettas", doni di Giuditta Saltarini.

Ci sono poi la trombetta usata da Peppino De Filippo in "La lettera di mammà" (donata da Lelia Mangano De Filippo) e la bombetta di Nicola Maldacea (1870-1945), l'inventore della "macchietta" (donata da Enzo Monteduro).

La presenza di questi oggetti non è, certo, soltanto evocativa, né tanto meno puramente decorativa: rappresenta piuttosto un'ideale continuità artistica e il calore con cui tanti attori cari al pubblico hanno salutato la nascita del Teatro Prati.





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